A Palazzo dei Congressi, con Laura Chimenti che modera sul palco, MSD presenta l'indagine di Istituto Piepoli riguardante centralità del paziente nel percorso diagnostico-assistenziale.
Oggi, al Palazzo dei Congressi di Roma, MSD Italia presenta l’indagine che l’Istituto Piepoli ha condotto su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta, segmentato per sesso, età e grandi ripartizioni geografiche, attraverso 1010 interviste telefoniche e via web.
L’indagine si è focalizzata su due principali aree:
1) La centralità del paziente nel suo percorso diagnostico‐assistenziale;
2) L’Innovazione e la Sostenibilità.
Per il 79% del nostro campione, il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe focalizzare i propri sforzi sulla riduzione dei tempi di attesa per esami ed interventi, in linea con le azioni messe in atto fino ad oggi dal Ministro della Salute Giulia Grillo; il 51%, con un incremento di 14 punti percentuali rispetto al 2018, crede sia importante rafforzare la prevenzione delle malattie, in particolare attraverso i vaccini; il 49%, anche qua con un incremento di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente, ritiene necessario dare maggiore sostegno alle fasce deboli (famiglie a basso reddito, malati cronici e disabili).
Quanto è importante per un paziente essere coinvolto nel percorso di cura? Tantissimo: il 94% degli intervistati ritiene che sia essenziale.
E’ interessante sottolineare che il 54% degli intervistati ritiene che già oggi venga dedicata molta (o abbastanza) attenzione ai bisogni specifici del paziente nel suo percorso diagnostico-assistenziale. Un dato positivo avvalorato ulteriormente dal fatto che solo il 3% del campione crede che non venga data alcuna attenzione ai bisogni del paziente.
Abbiamo poi chiesto agli Italiani quali fossero i settori produttivi nei quali, a loro parere, ci fossero oggi i maggiori investimenti in Ricerca e Sviluppo. Il 35% degli Italiani ritiene che al primo posto ci sia la medicina, segue l’informatica al 28%, l’innovazione tecnologica al 18% e il farmaceutico al 17%.
Il 57% del campione è molto o abbastanza soddisfatto del Ssn. Ma c’è un dato sul quale è opportuno riflettere: il calo di 8 punti percentuali rispetto al risultato dello scorso anno. E forse, per questo motivo, il 98% degli italiani ritiene sia utile investire di più nel Servizio Sanitario Nazionale. Anche in questo caso, 8 punti percentuali in più rispetto al dato dell’anno precedente.
Un dato che fa riflettere è che per il 97% degli intervistati, vivere in alcune regioni piuttosto che in altre comporta opportunità diseguali di accesso alle terapie innovative.
Solo il 4% degli intervistati conosce la reale spesa dello Stato in Sanità pubblica (che si colloca nella fascia tra i 110 e i 130 miliardi di euro) e solo il 13% degli intervistati conosce quanto spende esattamente lo Stato per l’assistenza farmaceutica.