Il senso di appartenenza e una squadra senza allenatore: durerà il governo a guida Meloni? Ne parla Livio Gigliuto, Vicepresidente dell'Istituto Piepoli, con Domenico Bonaventura de Il Riformista.
Dopo pizzini in favore di telecamere e audio su Putin girati alla stampa e fibrillazioni sulla squadra di governo, Il governo sta conoscendo il proprio happy ending. Ma quale sarà la tenuta della coalizione di Centrodestra? Sarà un governo granitico o soggetto a fibrillazioni? Ne abbiamo parlato con Livio Gigliuto, vicepresidente di Istituto Piepoli, con cui abbiamo affrontato anche un altro tema di una certa importanza: il ruolo dell’opposizione.
“In premessa – afferma Gigliuto – dobbiamo dire che tra Centrodestra e Centrosinistra c’è un sistema di funzionamento diametralmente opposto. La coalizione che ha vinto le elezioni ha un funzionamento relazionale e di governo che parte dalla consapevolezza di essere un corpo unico da quasi tre decenni. Il governo che sta per nascere ha la stessa, identica composizione del primo governo Berlusconi, quello del 1994. A sinistra, invece, si affannano continuamente alla ricerca di ragioni e conferme per stare insieme”.
Insomma, una discreta differenza in termini di senso di appartenenza. “È il termine più giusto. Gli elettori di Centrodestra ne hanno tanto, sentono che quella è la loro casa, mentre dall’altro lato questo si può definire il grande fallimento non dei diciotto mesi di Enrico Letta, ma degli ultimi trent’anni”. Un aspetto, quindi, che può essere determinante tra i due schieramenti. A conferma di questo aspetto, il fatto che dopo la rottura seguita alle votazioni per il Presidente della Repubblica, a Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sia stato necessario un periodo di pochi mesi (anche per necessità, naturalmente), per ritrovare l’unità.
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