Secondo il sondaggio dell'Istituto Piepoli per il Giornale, l'economia va in secondo piano rispetto ai conflitti. E la fiducia del Governo continua a salire.
Oggi mi soffermo sugli «eventi» che nel corso degli ultimi giorni hanno colpito l’immaginario degli italiani, scrive il Professor Piepoli su il Gironale di Alessandro Sallusti.
Il monitoraggio degli «eventi» lo svolgiamo ormai da trent’anni, settimana dopo settimana, e gli spostamenti in genere sono di poco conto. Ad esempio, pensare alla crisi economica è diventato un fatto quasi naturale per cui sappiamo a priori che circa 10 italiani su 100 estraggono ogni settimana questo argomento dalla propria mente. La voce «crisi economica», che si è barcamenata ai margini del pensiero collettivo per tutti gli anni a partire dal 2000, in questo momento, è forse sottodimensionata rispetto al reale pensiero collettivo. La gente oggi pensa più intensamente alla guerra e alle sue eventuali conseguenze sul nostro Paese.
Parliamo un attimo di politica. Una cosa molto importante mi sembra il distacco quasi naturale degli italiani dai fatti di Governo considerati importanti da 3 italiani su 100. In ogni caso gli italiani che giudicano importanti i fatti di Governo risultano più vicini al sì che al no e questa informazione ha portato a una lieve crescita del Governo stesso nella loro mente.
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